Durante il percorso · l'attesa · Trasformazione

Psicologo definitivo

A Giugno ho deciso di cambiare psicologo e affidarmi ad uno che collabora con la nostra associazione che é specializzato – tra altre cose – nei problemi dei bambini adottivi e collabora col tribunale.

Il percorso è iniziato con l’inizio del mese, ma a differenza delle altre volte non vorrei scrivere incontro per incontro quello che si fa, ma utilizzare questa pagina come condivisione nel momento del bisogno.

Ho avuto la prova di aver preso la decisione corretta dopo solo due appuntamenti. Legge nei miei silenzi, dico A e lui legge fino alla E, sa quello che provo mentre lo esprimo e in pochissimo tempo ha capito da dove nasce il mio disagio, come sto, dove mi sono fermata e cosa c’è da fare.

Avrò parecchio da lavorare, ma la cosa difficile sarà soffermarmi sulle cose e non correre, è una costante per ora dei nostri incontri, ho fretta.

Questa è dovuta alla chiamata ricevuta dal tribunale che mi scombussolato completamente e la lentezza che mi impone mi dà la sensazione di farmi sfuggire l’adozione e le possibilità. Per fortuna lavora col tribunale e nella nostra scheda è stato segnalato questo percorso.

L’unica sensazione che in questo momento mi pervade è il non essere in grado di stare dietro ad un bambino e ai suoi bisogni, per fortuna ho accanto un marito eccezionale che dà priorità a me/noi rispetto all’adozione che in questo momento diventa un surplus.

Rimaniamo comunque in contatto con la parte genitoriale frequentando le serate tematiche, gli incontri del Pre più leggeri per chi inizia o sta facendo le “scartoffie” e abbiamo iniziato il corso dell’attesa dove si lavora anche con una psicologa su varie tematiche, per ora scuola-adozione (problemi, come supportare il bambino, come interfacciarsi).

Sarà un lungo viaggio che mi permetterà di essere una madre migliore e più attenta, una moglie migliore e finalmente potrò stare bene con me stessa. Aspettiamo e vediamo come si svilupperà.

Nel frattempo ho imparato una bella lezione con lui, non ci sono risposte sbagliate e nemmeno reazioni sbagliate, anche il vuoto può andare bene. È una sensazione strana ma è bello sentirsi parte di una squadra ed essere capiti.

Quadro completato, ora devo rafforzarmi per poi iniziare ad affrontare tutto. Non so quanto tempo occorrerà, forse anni, ma la sensazione è buona. Ho scoperto che è ancora troppo presto per diradare gli appuntamenti, qualcosa si sta muovendo e sto male come se avessi subito un duro lutto, completamente ko fisicamente, emotivamente e psicologicamente, mi sento persa e bloccata.

Il percorso continua con alti e bassi, momenti veloci e lenti. Il sentirsi accompagnati e seguiti, il sapere di non essere soli in qualsiasi momento e che nel bisogno c’è qualcuno aiuta molto. Questo vale sia nel tempo passato in studio ma ancora di più quando si sta male tra una seduta e l’altra e c’è un appoggio costante col messaggio giusto che arriva ad aiutarti quando meno te lo aspetti.

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