Ieri abbiamo avuto il colloquio col giudice, un’ora da soli con lui dopo un anno dal deposito della relazione in tribunale.
Innanzi tutto ci ha chiesto per quale motivo abbiamo rinunciato all’adozione internazionale, abbiamo compilato la nuova scheda della disponibilità cambiata da poco e ci siamo confrontati.
Siamo usciti dal colloquio con delle istruzioni ben precise:
- dobbiamo lavorare sulla nostra disponibilità (se possibile ampliarla)
- dobbiamo lavorare sulla storia che racconteremmo al bambino e alle sue possibili obiezioni
- dobbiamo pensare se estendere la nostra disponibilità al rischio giuridico accentando anche abbinamenti con bambini che non hanno ancora la dichiarazione di adottabilità – col rischio che poi torni in famiglia, possa essere adottato da noi o da un’altra famiglia
- lavorare con lo psicologo sulle mie problematiche
- pensare di fare volontariato in una casa famiglia in modo da allenarci senza avere il bambino con noi 24 ore al giorno
Abbiamo parlato soprattutto del rischio sanitario cosa possiamo accettare oppure no, dei dubbi sulle difficoltà economiche nel caso di problematiche più pesanti e degli aiuti che ci sono, dell’etnia del bambino e dell’età che ci immaginiamo. Inoltre ci siamo confrontati sui nostri hobby, su come adoriamo passare il tempo.
Alla fine ci ha spiegato che potrebbero richiamarci per un approfondimento come non chiamarci più.
Parlando con i compagni di viaggio dell’associazione abbiamo scoperto che gli incontri sono sempre un punto interrogativo in tribunale e che i risultati non sono scontati, l’unica cosa che ricorre in tutti è che se ci sono due giudici o un giudice e un’assistente sociale c’è dietro un abbinamento sicuro. Anche nel nostro caso però il giudice conosce i bambini che segue e potrebbe averci fatto delle domande specifiche perché aveva in mente qualcuno.
Non sapendo se nelle prossime due/tre settimane ci possa arrivare una chiamata di approfondimento inizieremo subito a lavorare su quello che possiamo – storia e approfondimento del rischio giuridico – a settembre ci informeremo sul volontariato, il mio lavoro con lo psicologo andrà pari passo con l’aumento di disponibilità e così pian piano approfondiremo tutti i punti.
Devo dire che ci ha fatto molto bene i due giorni precedenti al colloquio prepararci rileggendo la relazione, vedendo dove non ci rispecchiamo più e ci siamo confrontati su età, problemi sanitari, adozione aperta, affidamento permanente e tutti (o quasi) gli argomenti che potevano chiederci. Così arrivati in tribunale mi sentivo pronta anche se agitata.
Non ci resta che attendere e sperare…