Il corso di approfondimento con lo psicologo che collabora col tribunale è stato molto sfidante e ci ha portato parecchie riflessioni da fare e discorsi da riprendere in mano per confrontarci. Inizialmente mi sentivo a disagio con chi conduceva il corso perché l’ha improntato più sul negativismo e in maniera molto sfidante in modo da farci sollevare parecchi interrogativi nelle coppie, ma verso la fine del corso il mio istinto mi ha fatto venire un’idea malsana che ora mi ha messo alla prova.
Abbiamo deciso di prendere appuntamento con lo psicologo per fargli leggere la nostra relazione e parlare dei nostri dubbi, pensando che una persona in contatto con la realtà dei minori e col tribunale potesse darci una lettura diversa. Sono entrata con due domande che mi attanagliavano dal corso “siamo a rischio fallimento? , calcolando la nostra storia personale conviene continuare il percorso dell’adozione?”. Non solo sono uscita con una domanda ancora in testa e una parzialmente risolta ma anche con altri quesiti da approfondire non solo tra di noi ma anche con la psicologa perché non ancora affrontati.
Abbiamo avuto una visione della relazione completamente diversa avendola letta e commentata per intero passaggio per passaggio, abbiamo scoperto che non è il massimo (ma lo sapevamo), che è molto contraddittoria in alcuni passaggi (non ce ne siamo resi conto), che a distanza di quasi un anno in alcune cose non ci ritroviamo più, che bisogna cambiare modo di vedere se ci si deve confrontare con persone che ti sfidano e che alla fine qualche speranza di abbinamento potremmo averla.
L’incontro mi ha scombussolato emotivamente, tanto ad arrivare a qualche notte insonne e ad attacchi di panico, probabilmente perché continuare a mettersi in gioco inizia a provarmi. Visto che la cosa non accennava a diminuire abbiamo chiesto aiuto in associazione a una persona che si era già resa disponibile all’inizio del nostro percorso all’ascolto e al confronto che ha il potere di tranquillizzarmi. E’ bastato un quarto d’ora con questa persona per ritrovare un pochino di calma e la lucidità necessaria per guardare avanti, non solo abbinandolo all’incontro con la psicologa di oggi ora ho un piano di azione che per ora mi permette di migliorarmi senza sfidarmi troppo.
Ci siamo iscritti al Percorso dell’Attesa in associazione tenuto da una psicologa e volontari, un incontro mensile a partire da Settembre con un numero chiuso di coppie tutte in attesa di abbinamento che ci permetterà di condividere, umore, paure e continuare ad allenarci e migliorarci lavorando in gruppo e a coppie e ad affrontare le varie tematiche in modo mirato. Continueremo a frequentare il gruppo del Pre che male non ci fa ma a questo punto con più leggerezza parlando del primo approcio all’adozione o documenti vari oppure alle chiamate dei tribunali. Inoltre devo sentire se fosse possibile fare degli incontri di mediazione familiare per approfondire le dinamiche di coppia. Continuerò ovviamente il percorso personale con la psicologa e intanto portiamo a termine questo anno e mezzo che manca alla chiusura della nostra pratica.
Siamo anche coscienti che ultimamente il tribunale tende a chiamare di più le coppie che hanno presentato disponibilità anche per l’internazionale e coppie giovani, inoltre spesso si parla di adozioni aperte (rimangono i contatti con la famiglia di origine).
Unica cosa che rimane in sospeso in tutto questo sarebbe il nostro dubbio di iniziare un percorso con lo psicologo che ha tenuto il corso di approfondimento, non sappiamo se personale o di coppia ma preferiamo per ora tenerlo da parte per non esagerare e iniziare a confrontarci con gli altri, ampliando ancora di più le nostre conoscenze di futuri genitori adottivi.