l'attesa

Un incontro liberatorio e riflessivo

Scusate il lungo silenzio ma sono stata assorbita dal lavoro e non ho avuto la possibilità di aggiornare il blog e aggiornarmi con le sessioni in associazione, ma ora si torna alla normalità.

Dopo una bella giornata passata in associazione in occasione del Carnevale dove ho potuto riallacciare i rapporti e finalmente scambiare contatti sono andata a una serata in associazione dove una serie di circostanze mi ha permesso di sentirmi al sicuro e far trasparire in parte la mia storia e farmi conoscere dalle coppie che ormai frequentiamo da tempo. Questa volta ero sola e sono uscita con uno stato d’animo in parte sollevato ma molto turbato.

Mi sono resa conto che stiamo facendo la metà dei miei compagni di viaggio in tema di corsi, incontri, letture specialmente mio marito è quello che sembra quasi più disinteressato prendendo quasi sotto gamba tutto. Se non prendo libri, mi informo sugli incontri e gli faccio i promemoria per lui tutto è finito con la lettura della relazione.

Ho avuto modo di imparare anche dall’ultimo incontro visto che sono nate discussioni sulle crocette e sul tema dell’abuso dei bambini ma non solo sono uscite anche alcune domande fatte dai giudici in fase di colloquio per l’idoneità e alcune riflessioni mi hanno aperto gli occhi perché a volte la mia prima risposta sarebbe ancora quella sbagliata dando le cose per scontate mentre devo imparare a fare spazio ai sentimenti e poi ai fatti e lasciare che ogni sensazione e gesto venga espresso specialmente davanti ai professionisti.

In questo momento non sono pronta ed essere madre e mi rendo conto che mai la relazione poteva essere più corretta, ma anche che questo non ci facilita e se non ci muoviamo, miglioriamo e impariamo rischiamo sempre di più di andare verso un fallimento.

Ieri sono stata da una parente che ha partorito da un mese e con un bambino di tre anni e la mia situazione è stata chiarissima, con un bambino di tre anni avrei serie difficoltà di energie visto che sono pile atomiche, rispetto alla bambina piccola per la prima volta nella mia vita ho quasi avuto un rifiuto (mi hanno infatti obbligato a tenerla in braccio) ma le sensazioni erano contrastanti, l’unica cosa appurata era la leggerezza. E per la prima volta mi sono sentita totalmente fuori posto rispetto alla mia famiglia, trasparente, immaginavo che la nuova nata assorbisse tutte le energie ma speravo in cuor mio che qualcuno mi chiedesse qualcosa del percorso che stiamo affrontando e cosa comportava invece ha prevalso la politica.

Non so perché l’adozione rimanga un tabù, tutti contenti quando informi che inizi il percorso ma poi tutto va nel dimenticatoio e sembra che la vita continui solamente a due, come se nulla fosse e non si interessano di quello che passi, di quello che c’è da fare e delle tempistiche, mi sento sola. Spero che questa sensazione passi.

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