Ieri guardando una trasmissione in TV mi sono ritrovata assalita da dubbi che riguardano l’adozione e l’arrivo del bambino. Mi sentivo pronta ma mille domande si sono messe a bussare alla porta…
Che succede se non mi piace il suo odore? Che succede se non scatta la scintilla e non lo sento mio? E se succedesse a mio marito? Certamente non si può rimandare indietro come un pacco postale, non si può nemmeno buttare nel cestino tutta la fatica e l’attesa passati a sognarlo. Sicuramente bisogna cercare di stare vicino al patner, cercare di supportarlo e cercare di avvicinare il piccolo al genitore che rimane “escluso” gradatamente in modo che possa legare ed accettare che è entrato in una famiglia con mamma e papà.
Certamente ci saranno delle difficoltà iniziali, tutto sarà stravolto e anche la vita di coppia non sarà più la stessa ma credo che questo valga per tutti i neo genitori, tutto cambia comprese le priorità e bisogna trovare il nuovo equilibrio della famiglia appena nata. Non si può “assecondare” il patner che vuole un figlio, indipendentemente da come arrivi, per poi usarla come scusa se non si fa il proprio dovere come genitore. Bisogna prendere la decisione assieme, è una cosa che cambia la vita e la coppia e bisogna prenderla coscientemente e consapevolmente.
Allo stesso tempo mi domando come una mamma possa capire e venire incontro a tute le esigenze del proprio bambino modificandole man mano che cresce per non fargli mancare nulla soprattutto emotivamente. I genitori hanno i loro retaggi, il loro passato, la loro idea di educazione e di affettività, e se questo non corrisponde a ciò che il piccolo ha bisogno? Abbiamo gli strumenti per correre ai ripari, migliorarci e cambiare rotta prima di fare danni che verrebbero fuori quando sono adulti? Può capitare anche che le nostre idee di comportamento siano l’opposto di quelle che abbiamo ricevuto, saremo in grado allora di fermarci in tempo e respirare e fare la cosa giusta anziché andare di istinto e fare ulteriore danni?
Saremo in grado di dare delle basi solide e concrete ai nostri figli in modo che siano educati, resilienti, sappiano credere in se stessi e nelle proprie decisioni, sappiano piangere e perdere, sappiano aiutare e farsi aiutare, sappiano giocare e stupirsi anche in età adulta ma soprattutto consapevoli che avranno il nostro appoggio quando ne avranno bisogno in qualsiasi caso.