Il 22 Settembre verrà festeggiato il Fertility Day (ecco il link per documentarsi), ho aspettato a scrivere della notizia perché volevo leggere con calma e riflettere su come poteva impattare la questione.
Posso dirvi che non mi piacciono assolutamente le immagini e le frasi ad esso associate per la campagna pubblicitaria ma trovo invece corretto dedicare una giornata di informazione alle giovani donne sull’argomento e non solo.
Le donne vengono influenzate da mamma, nonna e società ad attendere e non avere come ispirazione l’essere madre e si rimanda sempre di più non solo l’idea di fare un figlio ma anche gli eventuali controlli specifici che ci portano a sapere se siamo effettivamente in grado di procreare. Ora non fraintendetemi… Non vuol dire che bisogna rincominciare a fare figli a 15 anni ma nemmeno continuare con l’attuale trend dove la media delle neo mamme al primo figlio è tra i 35 e i 40 anni.
Questo argomento lo avevo già affrontato con mia cugina trentenne con un figlio pensando alla nostra vita, all’influenza delle mamme e a nostra cucina quasi trentenne neo-sposa. Entrambe ci siamo sentite di consigliare alla giovane coppia almeno di iniziare a fare i controlli per la fertilità anche se vogliono attendere per un bambino perché altrimenti il tempo passa e le possibilità diminuiscono.
E’ vero che le strade percorribili sono sempre le stesse ma anche solo cinque anni fanno una grande differenza sulle energie, sulle scelte e sulle possibilità che una coppia ha di affrontare alcuni percorsi se non è in grado di generare autonomamente.
Chissà come sarebbe la mia vita se avessi seguito il mio cuore anziché mia mamma e mi fossi sposata a 23 anni e non a 29, sono convinta che ora avrei la famiglia che sto cercando di costruire con tanta difficoltà.
Mi piacerebbe che questa campagna aprisse gli occhi a tutte le donne e specialmente alle mamme per far capire che le aspirazioni per le figlie non possono essere solo lavoro e un buon partito ma che amore e famiglia devono viaggiare vicino a questi valori in modo da non inculcare l’idea che c’è sempre tempo per fare le cose. Purtroppo in alcuni casi non è così e meno si attende meglio è.
L’informazione porta vantaggi per questo non reputo una cattiva idea questa giornata ma alcune cose potevano essere studiate meglio e soprattutto facendo passare il messaggio della fertilità in modo più soft e in alcuni casi non discriminatorio verso chi non può avere figli (alcune immagini e frasi sono quasi offensive per chi ha problemi e ci fanno sembrare persone di serie B).