Oggi nuovo incontro con la psicologa ed a parte un piccolo aggiornamento su quello che ci siamo dette la scorsa volta, siamo tornate a parlare del mio passato e di come un genitore “ideale” dovrebbe essere….
Fra i vari compiti che competono a parte ovviamente al mantenimento, al benessere, alla crescita e all’educazione un “compito” particolare è quello di gioire e lasciar andare il proprio pargolo indipendentemente dagli errori e scelte che fa.
Spesso ci dimentichiamo che non è nostro o una nostra estensione ma che ha vita, sentimenti e obiettivi diversi dai nostri che andrebbero rispettati e capiti. Se anche molti genitori dicono di amare, condividere e rispettare il figlio non so se tutti sotto sotto sono disposti ad accettarne al 100% le scelte e a gioirne indipendentemente da quello che pensano o da situazioni varie che ci sono fra le varie parti.
Ho imparato che ad un certo punto bisogna farsi da parte assieme alle aspettative che abbiamo come genitori e lasciar libero il piccolo in modo da assaporarne i successi e gioire con lui o stargli vicino negli insuccessi e solo se richiesto mostrarne gli eventuali errori. E’ sicuramente difficile pensare a questi esserini come entità ben disgiunte e formate rispetto a noi e si tende a proiettare se stessi con sogni e desideri su di loro obbligandoli quasi a prendere quella strada che non interessa o non è compatibile col loro carattere, ma allo stesso modo è facilissimo criticare e non sopportare le scelte che sono diametralmente opposte alle nostre non vedendo quanto siano corrette e facciano felici loro.
E’ un discorso ampio che si può applicare già da quando viene al mondo fino alla fine dei tempi, ma non ci accorgiamo forse di quanto questo possa influenzare una persona e addirittura porti a delle conseguenze spesso drastiche come allontanamento o non coinvolgimento in questioni importanti proprio perché prima o poi si capisce il meccanismo e scatta l’autodifesa. Non è indolore, non è facile, non si fanno i salti di gioia ad estraniare una persona specialmente in momenti importanti della propria vita ma piuttosto che sentirsi sempre criticati e non capiti/accettati si rafforza il carattere e ce ne si fa una ragione.
Riguardando indietro poi una persona cresciuta e con un legame corretto coi genitori capisce le dinamiche e le lavora dentro se stesso sorpassando le difficoltà anche con un pò di logica. Bisogna però aver tagliato il cordone ombelicale, crescere interiormente e cavarsela da soli per poter capire che è un percorso a doppia corsia dove i genitori devono accettarci per come siamo e vederci come entità a parte e lo stesso vedere loro senza aspettative nostre di come ci servivano ma semplicemente come persone che hanno fatto del loro meglio per crescerci sbagli compresi perché anche loro possiedono il loro bagaglio affettivo con cui fare i conti.
E’ una lunga catena che secondo me con pratica, pazienza e lavoro su se stessi si può spezzare iniziando a vedere tutti senza filtri o proiezioni per quello che sono a partire dai genitori, ai figli, agli amici e noi stessi per accettarci come siamo e gioire nei momenti giusti e condividerlo con gioia con chi ci è di fianco. Basta un piccolo cambiamento per far cambiare tutti. Lo so da parecchio (sono parole che spesso mi sento dire), non è facile metterle in pratica e lavorarci su per il presente e il passato ma ci sto provando…. Un augurio per me e per la mia famiglia di poterci accettare tutti esteso ovviamente anche a tutti voi. Si vive più sereni e contenti…..