Penultimo appuntamento in associazione e oltre a un bel “gioco” fra squadre dove si preparavano i bagagli emozionali di bambini e genitori per poi confrontarli e scoprire quante cose ci sono in comune, l’argomento principe e’ stato l’elaborazione del lutto e di come ci avrebbero pressato su questo argomento gli psicologi e il giudice.
Tutti quelli che passano per l’adozione devono sostenere questo passaggio e far si che il dolore diventi solo una cicatrice. Con elaborazione del lutto si intende lavorare su stessi e sulla coppia per l’impossibilità di avere un figlio biologico (sia concepito normalmente che con la procreazione assistita o eterologa). È un passaggio difficile sopratutto per le mamme e la sua elaborazione e il tempo per completarla e’ diverso da persona a persona è da coppia a coppia.
Una storia commuovente e purtroppo ricca di dolore e problemi quella di una compagna di corso e poi la mia visto che nessuno parlava. Meno carica di emozioni ma probabilmente ho scelto la via più facile, senza rimpianti però.
È però bello scoprire che tutte ci speriamo (a meno che non sia stato dichiarato impossibile).
Le mie tappe sono state un’altalena di emozioni e passaggi che mi hanno portata ad essere tranquilla con me stessa e a poter gioire per chi ha la fortuna di poter avere figli.
Ripensandoci la mia storia e’ semplice forse…. L’attesa di una gravidanza che non arriva, gli esami e la sentenza della ICSI, la lista d’attesa con la perdita di un figlio naturale, la presa di coscienza che per me la procreazione assistita non poteva funzionare ed ora è rimasta infondo al cuore la speranza del naturale (con un miracolo nel mio caso potrebbe avvenire) o la speranza dell’adozione. Nel frattempo le emozioni sono cambiate dalla disperazione alla gelosia, dal sentire ogni bambino come mio all’essere felice per gli altri e finalmente al poter tenere in braccio bambini senza provare sentimenti.
Questo weekend sono stata messa alla prova anche da un matrimonio e dall’aiutare una parente con una bambina di 10 mesi, attiva che inizia a camminare ed ho scoperto che mi sento vecchia per un bambino piccolo, non ho energie ed ero felice di poter ripassare l’angioletto alla mamma o alla nonna. Dai 3-4 anni per me sarebbe perfetto.
Durante il percorso scopro nuove storie, nuovi dolori e nuove conoscenze. Ognuno di noi elabora il lutto in maniera diversa e ognuno di noi e’ ad uno stadio diverso di elaborazione ma ci facciamo forza e facciamo vedere a chi è ancora nel vortice del voglio un bambino ad ogni costo che è possibile superare quel momento buio e andare avanti con quello che il destino ci riserva e speranzosi per il percorso che stiamo facendo.