Questa settimana l’argomento dell’incontro presso l’associazione erano le testimonianze sul l’adozione nazionale e internazionale.
Non vi nascondo che ci ha fatto riflettere parecchio e probabilmente ha cambiato anche una nostra scelta riguardo al bambino, ma procediamo per gradi….
La prima testimonianza era di un papà che ha adottato prima in Vietnam e poi in Russia. Le foto dei bambini hanno intenerito tutti ovviamente, entrambi sono stati adottati ancora piccoli (sei mesi e un anno e mezzo) con storie molto simili. Quello che ci ha colpito maggiormente e’ stata la volontà dei genitori a cercare due bimbi che si assomigliassero (anche se alla fine uno ha tratti asiatici e il secondo è biondo occhi azzurri), il perseguire il sogno del secondo bambino e che l’amore a prima vista ha superato i possibili problemi fisici del bambino (che per fortuna poi si è rilevato normale). Non sono mancate le descrizioni delle paure, dei tempi e dei bambini dal primo incontro al rapporto attuale. Non escluderemo l’internazionale ma i costi ci spaventano ancora anche se stiamo trovando associazioni meno care.
La testimonianza dell’adozione nazionale e’ partita facendoci ricordare che spesso il destino decide per noi visto che la coppia a breve sarebbe partita per l’adozione internazionale ed invece è stata scelta per l’Italia. In questo caso l’abbinamento è stato fatto con una bambina di nove anni che abitava non lontano dai nuovi genitori. Anche qui sorrisi, aneddoti e difficoltà non sono mancati con uno scorcio sul futuro della bambina che in questo caso avrebbe potuto incontrare anche i genitori naturali per caso per strada.
È stato bello poter avere il confronto anche sulle diverse età del bambino che arriva e di quello che comporta. Il piccolo dimostra prima l’attaccamento e l’amore ma spesso rimane la paura dell’abbandono da affrontare per diversi anni mentre con un bambino già grande si parte con la diffidenza per cui affetto e attaccamento ci mettono di più a manifestarsi ma è già consapevole della sua storia e di quello che è successo per cui è più “semplice” lavorare sull’abbandono ma entra in gioco l’autostima di se da far salire.
Questo ci ha portato a riflettere sull’età che sceglieremo che probabilmente passerà da 6 a 10 anni. Sappiamo che la strada è comunque difficile ma nelle sue complessità ci è sembrata più semplice da affrontare anche secondo il nostro carattere, pensando anche a un bambino che potrebbe essere autonomo più velocemente. Siamo invece ancora più convinti della scelta fatta e molto più consapevoli che qualsiasi bambino ci arriverà saremo felici di accoglierlo a braccia aperte indipendentemente dalle sue diversità (che saranno il nostro tesoro) e consapevoli che sarà nostro per sempre. Siamo pronti a donarci a lui al 100% e non intendiamo “restituirlo al mittente” solo perché non corrisponde alle nostre aspettative. Non ci capacitiamo come si possa scegliere di adottare un bambino e dopo poco rifiutarlo perché non soddisfa le nostre aspettative, in fondo con i figli naturali non si può rimandarlo indietro al mittente allora perché fare tutto un percorso di informazione e crescita per poi gettare tutto al vento?
Comunque stiamo notando che aumenta la volontà di arrivare alla fine del percorso e scoprire cosa ci riserva il destino (bambino o bambina, bianco o diversa etnia, piccolo o grande?), sta crescendo la voglia e la consapevolezza del genitore nel diventarlo e cosa comporta, si sta cementando ancora di più la coppia e stiamo cambiando il modo di confrontarci e scontrarci. Io penso positivo e spero di ricevere un bel regalo per la fine dell’anno sperando che la fortuna ci metta lo zampino.
Sono felice di aver trovato questo blog. Anche noi come voi abbiamo dato la disponibilità all’adozione ora aspettiamo il colloquio con il giudice
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